VIVA LA POESIA, ABBASSO LA TIVÙ
Ho ricevuto dai lettori una lettera e qualche e-mail contenenti perplessità, se non vero e proprio disappunto, per il fatto che io avrei esaltato la Tivù a danno della poesia. Rispondo subito che queste missive, cartacea o inviate per via elettronica, mi hanno fatto tutt’altro che dispiacere, convincendomi che sia opportuno rispondere.
Innanzitutto debbo dire che all’incontro organizzato da “Arcadia Nova”, nel quale ho fatto da relatore, mi ha fatto immensamente piacere per una sera non farmi inondare dalle insulsaggini televisive, e con me tenere diecine di persone impegnate fino a tardi per parlare di poesia. E poi, lo avrete saputo, un esperimento scientifico svolto in Italia dimostrerebbe che l’eccesso di televisione, oltre ad avere il potere di cambiare le abitudini dei genitori, addirittura modifica gli ormoni ai bambini, che crescono più in fretta ed hanno un pubertà anticipata per l’eccessiva esposizione non solo ad emozioni forti, ma soprattutto ai prolungati stimoli visivi, con la conseguente variazione del bioritmo. E’ stato anche dimostrato che, maggiore è l’esposizione televisiva, più aumentano i rapporti sessuali precoci e, naturalmente, le gravidanze precoci.
L’esperimento a cui faccio riferimento non parla dell’effetto che un’eccessiva esposizione televisiva ha sugli adulti, ma è già risaputo che essa comporta per noi esattamente il contrario di quello che riguarda i ragazzi: riduzione dello stimolo sessuale, poca voglia di relazione con il prossimo ed un veloce processo di ritorno all’indietro, per cui ogni giorno diventiamo sempre più bambini, cioè di fatto rim-bambiniamo, ovverosia, per dirla tutta, rimbambiamo.
Quindi, amici che mi avete scritto, non adontatevi se per qualche momento avete pensato che io abbia potuto tradire la poesia, a favore della televisione. C’è solo che io qualche volta scelgo di scrivere in modo da farmi leggere anche da quelli che non mi leggerebbero altrimenti, potendomi così consentire il privilegio di mettere nelle loro orecchie la cimice del dubbio, con una pressante domanda, ch’è questa: ma non è che ci sta prendendo per i fondelli?
Invece, l’intervento di oggi, bello ordinato e razionale, come quasi mai mi riesce, è per tutti coloro che non sanno capire fino in fondo il significato dell’ironia.